217 // PORTOFRANCO 23 // Giovanna Menegùs. Ritratto di Milano
Proseguiamo con un altro splendido contributo in grado di dosare delicatezza e vigore. L’articolo, proposto da Giovanna Menegùs, che ringrazio, è fortemente stimolante in termini di riflessione e di approccio dialogico allo spazio urbano.
L’autrice invia delle poesie e delle fotografie le quali, in sinergia di rappresentazione, si fanno tanto racconto quanto forma schiusa, segno di un ragionare attraverso una scrittura che rifletta sull’identità individuale e collettiva in mutamento nel configurarsi di una nuova metropoli “portuale” e “franca”.
Una città percorsa con i sensi e tradotta in poesia, con il coraggio di una lettura aperta, a tratti inquieta, attenta e profumata.
G. Asmundo
*
da Ritratto di Milano (e provincia)
Non si sa come
ma certe mattine a Milano
c’è quest’aria di mare
una brezza così tersa, asciutta
un respiro tutto azzurro
fra i binari del tram
Sono vele al vento
persino le bandiere
del comando militare
Il mare è oltre il molo d’un palazzo,
si sente
di là dai bastioni
del Castello
(lo sentono
persino i giovani squali in cravatta
con la falcata lunga, lo sente
il senegalese all’angolo
che al solito
mi tende il cappello invano)
C’è anche il profumo verde e crema
dei pitòsfori,
tutti fioriti
in grandi vasi sulle strade
*
Abito in un paese molto cordiale ridente
religiosissimo già culla della Lega
pieno di verde e brava gente
di buona volontà:
mi ci trovo bene, sì – non fossero,
a volte,
gli auguri al Duce
nel giorno del suo compleanno
che ancora si leggono (firma Varese Ardita)
di fronte alla stazione
e perché la maestra non viene mai a messa
a dare il buon esempio ai bambini
ma quelli che vanno ai concerti bisognerebbe dargli fuoco
(con le streghe s’è smesso giusto l’altroieri)
perché lì è tutto sesso e droga
e poi guarda io mi trasferisco in quel paese dalle parti di Verona
dove non ci può stare più d’una famiglia d’immigrati,
così non fanno combriccola: se sono di più
viene la polizia
a portarli via, altro che mettergli su
una moschea
*
Jarrett compie quattro anni ad agosto
ha gli occhi a mandorla
la testa rasata – chissà perché – sotto il berretto a visiera
fa suonare il posacenere accanto al finestrino
come un tamburo
e chiede: Perché
Perché
Perché
Sua madre gli risponde,
per un po’, poi:
Perché sì
Con madri meno sorridenti è:
Perché no
Con le nonne:
Perché la gamba l’è tacàda al pé
l’ pé l’è tacà a la gamba
e sün mì che cumanda
E per quanto poi cresca
e continui a domandare
Perché
Perché
Perché
nessuno mai ottiene
risposte diverse
Giovanna Menegùs
da Ritratto di Milano (e provincia), in L’occhio fotografico, ed. Macchione, 2018
Per approfondire segnalo il blog dell’autrice, ricco di contenuti e generoso: https://crudalinfa.org/
*
(Poesie e fotografie di G. Menegùs. Articolo a cura di G. Asmundo)
*
P.S.: Per altri ritratti “portuali” di Milano, rimando anche ai miei reportage:
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Lo spazio-rubrica “PORTOFRANCO” sul blog e su Radio Peripli libera, dedicato ai temi delle migrazioni, della convivenza, delle loro problematicità e risorse, nonché al valore politico della bellezza, è aperto all’invio di contributi sotto forma di poesie, prose, testimonianze e fotografie di quanti saranno interessati. Per ulteriori informazioni si veda il primo articolo “Portofranco 1”.
Apriamo questo spazio alle vostre voci. Tra indignazione, ferma resistenza e dolcezza. Per non smettere di porci quesiti. Per una cultura libera, non politicizzata ma etimologicamente “politica” per il proprio valore edificante per la comunità.
Ringrazio Peripli e Giovanni Asmundo per l’ospitalità. La cosa di cui c’è più bisogno, nei nostri porti, mari e città
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Grazie ancora a te, per averci fatto dono della tua poesia e del tuo sguardo accoglienti.
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