318 // Futuro Prossimo (6) // Quattro poesie di Fabia Ghenzovich
G. Asmundo
***
(inediti)
Come in un film d’epoca
gli alieni dunque siamo noi
sterminati dal virus. Noi
i parassiti che infestano
il pianeta in fiamme
le stellette sventolando
dell’apocalisse
che ci sta a pennello addosso.
Questa implacabile
immobilità a risucchiarci
nel disordine
delle stanze in sillabe
ruffiane che del vuoto
esplorano un nuovo senso
carnale insomma evidente
che almeno un poco brilli
la vita non soltanto
differita al solito refrain
di un somaro occhi bassi e spallucce
che tra sé e sé bofonchia
è sempre meglio di niente.
***
Da rese e implosioni verrà
l’estate e impreparati ci troverà
all’invito del sole. Un tonfo
sinistro il replay
mai sarà come prima!
Un intreccio
di fossili dai fondali
pesci che nel buio
si accendono come diafani
lampioni.
Sulla terraferma
ci siamo noi ora santi ed eroi
assassini usurai
in processione – il terrore
animale ancora impresso
nelle pupille
della morte nei giorni
finiti rimane
l’odore non per quel
patogeno che nemmeno
il silenzio delle Ere
potrebbe turbare
qui invece in un limbo
irreale votati a far ordine e giri
da podisti sulla terrazza
condominiale – un record
per l’immobilità scavare
nell’incerto la fragile
tana in fin dei conti
ci salva.
***
Tutto quello che è stato
vive nel suo silenzio
ben dispiegato
con le ali
una lama
affilata come la parola
Amore spinta nel fianco
di un corpetto di contenimento
così stretto oh sì così stretto
che dovremo batterci a lungo
per togliercelo di dosso.
***
È accaduto davvero
mi si è sfilata di punto in bianco
la luce. Non so dove si sia
cacciata come a Peter Pan
da sotto i piedi ma al contrario
l’ombra. Un testa e croce
con l’invisibile.
Dichiararle il mio amore
è stato inutile nemmeno
una stilla si è fatta avanti un minimo
spiraglio per poterla sbirciare
la luce invece a farlo apposta
mi si illumina
l’ombra che a turno con l’altra
complice gemella i miei
piccoli IO stuzzica come col topo
un gatto che dicono
nella fessura a mandorla
degli occhi nasconda
l’infinito dove nessuno giunge.
Fabia Ghenzovich
(Articolo e fotografia a cura di G. Asmundo)
Lo spazio-rubrica “FUTURO PROSSIMO”, sul blog e su Radio Peripli libera, intende raccogliere alcune riflessioni concrete e liminali sul nostro tempo e sui suoi contorni, attraverso il valore costruttivo del pensiero e della poesia come strumenti di indagine e contatto con la realtà. “Futuro prossimo” nasce per offrire spazio e costruire dialogo. Analogamente al progetto Portofranco, la nuova rubrica ospiterà una selezione di contributi pertinenti e rispondenti a requisiti di apertura, correttezza e nonviolenza. I rispettivi autori conservano, naturalmente, i diritti dei propri scritti e se ne assumono ogni responsabilità. Apriamo questo spazio alle vostre voci. Tra indignazione, ferma resistenza e dolcezza. Per non smettere di porci quesiti. Per una cultura libera, non politicizzata ma etimologicamente “politica” per il proprio valore edificante per la comunità.